Le sfince di S. Giuseppe

martedì 28 giugno 2011

Le sfince di S. Giuseppe

La frittella viene preparata con un impasto liquido e fritta in abbondante olio bollente; durante la cottura si gonfia, prendendo la classica forma dorata e soffice.

Nella pasticceria siciliana la classica frittella è stata trasformata in uno squisito dolce, preparato tradizionalmente per la festa di S. Giuseppe: idea delle capaci suore del Monastero delle Stimmate, a Palermo, la cui ricetta è stata poi tramandata ai pasticcieri della città.

Le Sfince di S. Giuseppe (sfingi ri S. Giuseppe) hanno forma un po’ più irregolare rispetto alle classiche frittelle, e sono riempite di crema di ricotta. Decorate all’esterno con un leggero strato di crema, pistacchio tritato e frutta candita.

L’origine del nome di questo dolce segue diverse correnti di pensiero: si pensa derivi dal latino “spongia” (spugna) o dal soprannome dato dagli arabi “sfang”, che le preparavano rivestendole semplicemente di miele o di zucchero.

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Storia della Pasticceria Siciliana

Entrando in una pasticceria siciliana, ci si trova di fronte ad un tale trionfo di odori, colori e varietà di dolci che è difficile scegliere che cosa mangiare o cosa comprare. Gli ingredienti base di questi dolci sono il miele, la ricotta, le mandorle i pistacchi, introdotti dagli arabi durante la loro dominazione . Un tempo venivano preparati in casa, e molti erano i conventi di suore che confezionavano dolci su ordinazioni. Perciò il nome di molti dolci è legato alla ricorrenza o ai Santi che si festeggiavano. E ve ne è uno per ogni occasione. Per la commemorazione dei defunti, che a Palermo assume tutt'oggi un significato di festa soprattutto per i bambini, che ricevono per quel giorno giocattoli e dolciumi, vengono preparati i famosi pupi di zucchero, che raffigurano gli antichi paladini e cavalieri, e la frutta di pasta reale, denominata Martorana, dall'omonimo convento palermitano dove venivano prodotte. Per S. Martino (11 novembre) vengono preparati dei biscotti a forma di pagnottella, ripieni anche di crema di ricotta. Il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, a Palermo, è tradizione diffusa non mangiare pane e pasta ma la cuccìa, un dolce a base di grano bollito e ricotta. I dolci natalizi più diffusi sono il buccellato, una grossa ciambella ripiena di frutta secca e frutta candita, i nucatuli, i mustazzoli, i cuddrureddri, la petramennula e le paste di vino cotto. A Carnevale è tradizione preparare i famosi cannoli mentre per S. Giuseppe, festeggiato in tutta l'isola, i dolci tipici sono le sfinci, che a seconda della città o del paese in cui viene festeggiato, vengono preparate in modo differente. Nel palermitano si tratta di una pastella fritta dolce, di forma rotondeggiante, ripiena di crema di ricotta. Alla Pasqua, ad esempio, è legata la cassata, dolce di origine araba e simbolo della pasticceria siciliana, un vero e proprio capolavoro di bontà e bellezza, gustoso come nessun altro, diventato nel tempo un dolce pasquale, anche se oggi lo si trova tutto l'anno. Altri dolci legati alla tradizione pasquale sono le pecorelle di pasta reale, e le cassatelle, o cassatedde.
Durante la stagione estiva, è abitudine è abitudine diffusa consumare la granita, con o senza panna, e la brioche. La granita, che deriva dal caffè, viene preparata nei gusti frutta, latte di mandorla e gelsomini. Nei secoli scorsi veniva servita nei grandi banchetti dei nobili, tra una pietanza e l'altra, per facivilate l'ingestione dei piatti più elaborati. Altro dolce tipico estivo è il gelo di mellone Gelu i Muluni, preparato con succo di anguria, gocce di cioccolato e gelsomini.